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Gli spazi dell’anima. Immagini d’interioritànella cultura occidentale.

Lionello Sozzi, 2011.

samedi 8 octobre 2011, par Guillaume Berthon

Lionello Sozzi, Gli spazi dell’anima. Immagini d’interioritànella cultura occidentale, Torino, Bollati Boringhieri, 2011, 243 pp.

L’anima ama gli spazi. Non sappiamo che cosa sia questa entitào se esista davvero, nonostante l’enorme messe di dottrine e credenze al riguardo. Constatiamo però che da sempre scrittori/filosofi, teologi e artisti la rappresentano attraverso immagini spaziali. È la più evidente e feconda delle contraddizioni che incontriamo riflettendo sull’anima : ciò che l’etimologia vorrebbe soffio vitale, iridescenza, pura energia dinamica, si affaccia alla nostra fantasia nelle forme statiche dello spazio. L’inadeguatezza umana rilevata da Leopardi - a parlarne in termini solo spirituali ha alimentato per secoli i simboli e le metafore che Lionello Sozzi censisce in un amplissimo e illuminante regesto. Sotto la sua guida, ci aggiriamo in una foresta di ambivalenze, dove interno ed esterno, superficie e profondità, chiusura e apertura, angustia e infinitezza si scambiano spesso significati e tipologie. I luoghi dell’interioritàhanno la consistenza della pietra o làscivolositàdel baratro, sono avvolti dalle tenebre o rifulgono di luce divina, imprigionano la mente o schiudono interi orizzonti. Il senso univoco dell’acropoli inespugnabile cara alla tradizione stoica, o del castello intimo di Teresa d’Avila si incrina modernamente e sopravvive in Flaubert solo spartendo la sua regalitàcon l’immagine prosaica a cui ricorse giàMontaigne per alludere alla zona franca che ciascuno preserva in sé.

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